Il palco è allestito su un carrello attaccato al trattore, sembra il giorno della mietitura in quell’Italia profonda, contadina ed anche un pò bigotta alla quale Mino Reitano ed il suo Mandarancio fanno riferimento. All’improvviso parte la musica da uno scassato altoparlante: prima l’inno del movimento, “Italia, di terra bella uguale non ce n’è...” e poi “Let it Be”, un omaggio a dei vecchi amici, i Beatles, con i quali Mino ha diviso i palchi degli esordi (qualcuno dell’entourage aveva diffuso la voce che dovesse arrivare anche Paul MacCartney in persona per questo inizio di campagna elettorale, in realtà il vecchio Macca ha preferito mandare un video-messaggio nel quale sprona il collega a continuare la sua battaglia con lo spirito di sempre.) Finalmente la musica si stoppa e parte il comizio, un comizio vecchi tempi, con Mino Reitano a torso nudo che parla a braccio, interrotto ogni tanto dalle ovazioni del pubblico. Sceglie di giocare in difesa, di non scoprire subito tutte le sue carte e fa un discorso vago in cui parla della necessità di superare gli steccati ideologici per aprirsi all’avversario. Non nomina mai i suoi diretti concorrenti ("Per caso loro mi hanno citato?" - risponderà piccato ad un giornalista che gliene rendeva conto) ma li evoca, a volte con scherno, a volte con rispetto, com’è nello stile del Mandarancio.
"Le proposte programmatiche sono ancora in fase di elaborazione ma era necessario partire, dare un segno, una speranza a quest’Italia." Dirà più tardi al solito giornalista seccante che gli chiedeva il motivo della totale assenza di sostanza e costrutto nel suo discorso.
In realtà, a dispetto del giornalista seccante, una proposta programmatica dal palco di Roccella Jonica Mino la lancia. Ed è una proposta importante, di quelle che lasciano il segno e che scatena da subito l’entusiasmo dei supporters venuti a vederlo fin da San Luca, da Badolato, da Mesoracca: verranno messi fuorilegge i bonghetti. Sarà proibito produrli, venderli e suonarli in tutto il territorio nazionale. Mino si riserva per la fine questo coupe de theatre, questa proposta innovativa che migliorerà se non la qualità della vita quantomeno la qualità del sonno di migliaia di famiglie italiane esasperate dall’emergenza bonghetti. La folla lo acclama, lo benedice, gli fa toccare i figli. Ma Mino con lo sguardo è già lontano, guarda avanti, guarda alla prossima tappa di questo emozionante viaggio: Melfi, in Basilicata, davanti ai cancelli della Fiat. E noi saremo li, a seguirlo, quest’uomo che veramente può cambiare l’Italia.
11 commenti:
Tu sei completamente fuori...
SI SI SI !!!! NO AI BONGHI E AI BINGOBONGHI!!!
Finalmente una luce nel piatto, arido e oscuro panorama della politica italiana attuale, ma perché no, anche passata e soprattutto futura.
L'emergenza bonghetti la segnalo da anni, certo attendo anche qualche proposta su un fenomeno che merita attenzione come i cani dei punkabestia...
Ah no, l'ha già fatta il Coffe.
Complimenti all'amministratore.E' facile eliminare un post.Per rinnovare l'Italia non ci resta che il mandarancio.
Ho appreso da poco un comunicato stampa del PD:
Alla notizia che Mino Reitano, uno dei cantautori preferiti dall'attuale sindaco di Roma, sia sceso in campo in solitudine, Veltroni pare abbia reagito promettendogli "Una spremuta amara"
ragazzi,ho letto su alcuni forum che mino è in brutte condizioni di salute.tenetene conto,siate moderati.in fondo questo blog dimostra l'affetto -a prescindere- che abbiamo per mino,che è come quell'amico che si prende in giro ma senza cattiveria,anche perchè lui non se la prende mai.forza mino! siamo con te.
Siete tornati.
Grazie.
Siete tornati.
Grazie.
Chi mi fa una pompa?
Si, probabilmente lo e
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